destionegiorno
Sin da piccola desideravo scrivere: avevo tanta voglia di "volare",di espandere all’infinito la mia voglia di vivere, d’amare! Diplomata all’Istituto Magistrale, ho cominciato quasi subito ad insegnare nelle scuole elementari. Ho pubblicato il mio primo volumetto di poesie "Breve Sosta" presso la ... (continua)
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Amo il tempo in cui ti perdo
così giocando tra le cose
scaraventando mucchi di fogli bianchi
tra le ruote del tempo increspate da fanghi d'attese
Ritrovarti poi
Seduto ai bordi di orli di desideri
Smerlare d'azzurro il mio sguardo nello... leggi...
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Eros ammantato
coperto
calunniato
stigmatizzato
inchiodato
taciuto
scialacquato
deriso
venduto
torturato
ucciso
negato
redarguito
rispolverato
vissuto
nascosto
mai liberamente goduto
Eros
la Vita
la spina dorsale dell'esistenza
le... leggi...
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Non esiste un posto dell'anima?
Un casolare sperduto della mente?
Un'oasi dei sogni?
Un puntino nella nebbia?
Uno sprizzare infinito della luce?
In cui io possa vederti,
incontrarti, abbracciarti,
sciogliere libera, teneri lacci azzurri?
Non... leggi...
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E’ mattino
il Sole inonda la stanza
Sonnecchio
Tu mi accarezzi
mi vuoi
Indolente mi crogiolo
nel letto sfatto della notte
Rotolo i miei sogni
in un sussulto
Mi scopri
tiri il lenzuolo con le mani:
preda stanata inerme nel covo della sua... leggi...
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A volte mi piace
conservarmi tra le cose
Essere appena un sibilo
un sussulto
un sobbalzo
Piegata e pigiata
nella valigia del tempo
Un po' spiegazzata
Senza tempo... leggi...
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Non riandare con la memoria
nel passato
Non cercare di far rivivere
il nostro amore
Il nostro amore
noi l'abbiamo ucciso
Tu
con i tuoi lunghi silenzi
Io
con le mie ingiuste accuse
Adesso è fragile parvenza
di un amore finito... leggi...
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E' tutto un attimo
da raccogliere in un filo:
Pietre d'istanti... leggi...
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Il silenzio
la contemplazione
il parlarsi vibrando
l'incontrarsi scaldandosi
il sorridere illuminandosi
L'etereo
la densità del sogno
la corposità invisibile dei pensieri:
Sono la chiarezza
l'inconfondibile principio dell'Essere... leggi...
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Ferma
il tempo è raccolto nelle mie mani
ne ho perso il bandolo... leggi...
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Ti tengo nel cavo addormentato della mano
Sei solo una lumaca
ma ho protetto il tuo sonno
serbato la tua vita
racchiuso i tuoi pensieri
in un indice greve di tenerezze perdute... leggi...
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L'uomo parla tanto di religioni
si crea falsi miti
traduce in azione parole spesso
mal comprese della bibbia
si lascia guidare da un santone
abbassa il capo davanti ai superiori
ed è incapace d'intendere
l'unico vero spiraglio di... leggi...
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U Nonnu Petru, in realta’ bisnonno, aveva quasi cento anni. Una vita trascorsa in mezzo ai campi. Sveglia di buon’ ora e via, a piedi, per sentieri e viottoli, accompagnato spesso dal suo bambino, u Nonnu Ciru. I segreti degli alberi, della Natura, vanno spiegati presto ai bambini, devono scorrere nel loro sangue, nei loro battiti. Il contadino con gli alberi deve entrare in simbiosi, se vuole essere un bravo coltivatore, deve ascoltare i loro silenzi, capire i loro bisogni, perché gli alberi sentono il brusio leggero d’ amore o di indifferenza di chi li tocca e li cura. Adesso, arrivato alla sua veneranda eta’ non intraprendeva più’ i sentieri battuti e ribattuti di quando il suo corpo era vigoroso e forte. Si era trasferito a casa della nipote, nonché sua nuora, a Nonna Momma, perché sposata con Ciro. Pretese il vecchietto ne aveva poche: un letto, un piatto caldo, una camicia pulita. Cose che non gli mancavano. Arzillo fino all’ ultimo. Il suo unico vizio era il sigaro. Pensione non ne percepiva e mia nonna non approvava che fumasse. Sperava quindi, che qualche nipote di buon cuore gli regalasse i soldi per correre alla tabaccheria e comprarsi un buon sigaro, di quelli che scorrono nelle mani e se li odori, emanano un odore forte che ti arriva sin nelle viscere. Lo ricordo vestito di scuro, seduto davanti la porta di casa mia, col suo bastone poggiato al muro, che si gustava il buon sigaro che mia madre gli aveva regalato. Aspirate leggere e profonde, mentre con la mente, vagava nei suoi pensieri, chissa’ quali pensieri. Io e mia cugina Mimma, approfittavamo della sua distrazione per nascondergli il bastone. Questo scherzo ci dava tanta euforia, lo posavamo con cura sotto una porta, che aveva un leggero rialzo e aspettavamo impazienti, tra risolini e corse leggere che U Nonnu Petru lo cercasse. Quando U Nonnu si ridestava e si mostrava desto, si guardava attorno e non vedendo più’ il suo bastone rivolgeva l’ attenzione a noi, sicuro com’ era che eravamo gli artefici di quella mancanza. Lo facevamo penare un po’ e poi glielo davamo. Associo la figura del mio bisnonno ad Ungaretti, gli assomigliava molto. Non ricordo le sue parole, ma la sua espressione, i suoi movimenti antichi, di roccia, di terra friabile, di bonta‘,di leggiadria consapevolezza. Non lo sentivo mai parlare di morte, di malattie, di problemi. E’ morto come è vissuto, sereno. Se ne è andato come un uccellino appeso ad un ramo, in punta di piedi, senza far rumore. Una mattina, mia nonna, tornando dalla messa, lo trovo’ morto nel suo letto. |
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Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
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I fatti ed i personaggi narrati in questa opera sono frutto di fantasia e non hanno alcuna relazione con persone o fatti reali.
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